ART KANE


ART KANE

Art Kane (1925-1995) è stato uno dei veri maestri della fotografia del XX° secolo: un visionario audace, un esteta con un debole tipicamente americano per la bellezza che ha lasciato un’impronta indelebile e stuoli di discepoli. In quasi cinquant’anni, prima come art director e in seguito come fotografo, Kane ha esplorato un gran numero di generi – moda, redazionali, ritratti di celebrities e nudo – con un approccio grintoso caratterizzato da costanza di forma e di innovazione. Alla stregua di alcuni suoi contemporanei, come Guy Bourdin e Helmut Newton, Kane ha affermato uno stile fotografico all’avanguardia per i suoi contenuti, per i cromatismi spesso stridenti e per un indomito modo di giocare con l’erotismo e la morte, il surrealismo e i motivi iconici che caratterizzano la cultura popolare americana. Nei migliori lavori di Kane Eros e Thanatos si intrecciano spesso con humor e riuscite sovrapposizioni. 

Art Kane era pura originalità, un’esperta forza creativa eternamente votata a superare i propri limiti e a segnare il solco individualista dell’espressione fotografica. La formazione di Kane nel mondo delle riviste anticipò in molti modi la diezione che avrebbe poi intrapreso con la macchina fotografica. A 25 anni Kane cominciò a impaginare la rivista “Esquire”. A 27  anni fu nominato art director di “Seventeen”, diventando il più giovane art director di qualunque giornale newyorkese. Malgrado gli sarebbero stati assegnati niente meno che 14 medaglie e 24 premi dall’Art Director’s Club di New York, Kane era inamovibile nel suo desiderio di diventare fotografo. Sul finire degli anni Cinquanta divenne un protetto del leggendario art director e fotografo Alexey Brodovitch, la cui influenza sulle carriere di legioni di importanti fotografi è oggi ben nota, soprattutto su Richard Avedon, Hiro e Irving Penn. Kane fu presto noto nel giro dei fotografi newyorkesi del dopoguerra. Indubbiamente era parte di una nuova generazione di cui facevano parte Bourdin, Newton, Avedon e Penn, tutti frementi di raccogliere il testimone di predecessori del calibro di Horst P. Horst, George Hoyningen-Huene e George Platt Lynes. 

Nel 1958 Kane riunì 58 leggende del jazz per quella che sarebbe divenuta forse la sua imagine più celebre e riconoscibile. Harlem 1958 pare uno di quei commissionati difficili e impegnativi di cui Kane pareva nutrirsi, caratterizzati da quell’intensità con cui lavorava e conduceva la sua vita personale. In breve Kane divenne ricercatissimo come maestro del ritratto “ambientato”, in particolar modo per creare immagini dei più famosi artisti musicali dell’epoca. Tra gli anni Sessanta e Settanta Kane fotografò tra gli altri i Rolling Stones, gli Who, i Cream, Janis Joplin, i Doors e Bob Dylan. Posò il suo obbiettivo su attori, politici, l’uomo comune americano e i personaggi pittoreschi che popolavano i quartieri urbani della città. Mentre infuriavano la lotta per i diritti civili in America e la guerra del Vietnam, Kane ridefiniva il concetto di “consapevolezza” (una reazione a quel periodo) con i suoi redazionali che, per quanto piuttosto rarefatti, risultavano potentemente accessibili, populisti nel loro desiderio di comunicare con un pubblico più ampio possibile.        

Kane contribuì alle riviste più in vista della sua epoca, compresi “Vogue” e “Harper’s Bazar”. Forse sono le sue immagini di donne che lasciano di lui il segno più forte sulla storia della fotografia, con indimenticabili nudi mozzafiato al pari dei ritratti delle più seducenti donne dell’epoca: tra tutte Cheryl Tiegs, Ali McGraw, Beverly Sims, Lauren Hutton, Margaux Hemingway, Andie McDowell e Iman

Art Kane è stato uno dei fotografi più profondamente autorevoli emersi nella New York del dopoguerra. I suoi contributi al linguaggio fotografico riverberano tutt’ora nella comunicazione di oggi. La sua arte rimane senza rivali. 

- James Crump

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